Da parecchi anni ormai, puntualmente, una o due volte tra ottobre e maggio Ruphus diventa preda per qualche giorno di una tosse particolarmente violenta e fastidiosa. Da parecchi anni ormai, puntualmente, una o due volte tra ottobre e maggio si svolge il seguente siparietto tra Ruphus e il farmacista:
Ruphus: Salve. Ho una tosse molto forte e vorrei qualche cosa per calmarla. Qualcosa di potente, se possibile.
farmacista: Certamente. Si tratta di una tosse grassa o secca?
R.: Mi scusi, non ho capito la domanda. Potrebbe riformularmela in maniera più precisa?
f.: Voglio dire, la sua è una tosse, diciamo così, ecco, molto secca, o non piuttosto una tosse, come dire, magari un po’ più grassa?
R.: Ma, guardi, a me sembra proprio una tosse così, molto forte, tossisco molto. Tossire mi sembra una cosa piuttosto secca in sé, non riesco ad immaginare una tosse grassa. Cosa intende per tosse grassa?
f.: Eh, una tosse insomma, anche con espettorazioni, sa, più… più grassa, ecco. Non secca. Non una tosse così, secca. Grassa.
R.: Mi scusi ancora, non riesco a comprendere i termini della questione. Non avrebbe mica un prodotto più generale, utile sia in caso di tosse grassa che per quella secca?
f.: Certamente, ecco qua. Un cucchiaio, massimo due, ogni otto ore.
Io mi bevo lo sciroppo, dopo qualche giorno la tosse se ne va, e io resto con il grande interrogativo se la mia sia una tosse secca o grassa.
Finché, l’altro giorno, evviva evviva, mi sono svegliato con una bella tosse che non era come quella di sempre. Era grassa. Me la sentivo grassa, era evidentemente grassa, anche con espettorazioni. Ho capito in un istante che la tosse che avevo sempre avuto era una semplice tosse secca. Una tosse da stitici. Da taccagni. Una tosse da morti di fame, da squallide vecchiacce, da poveri curati di campagna; insomma, una miseria di tosse. Questa invece no, questa era una bella tosse ricca, pastosa, avvolgente, da signori, grassissima. Anche le espettorazioni, sissignore, anche quelle di colori forme e consistenze diverse, copiose ed interessanti. Sentendomi una persona nuova sono volato in farmacia e alla fatidica domanda che per anni mi aveva fatto sentire un povero deficiente, ho potuto finalmente rispondere: “Grassa, mi è venuta una tosse bella grassa“. E mi sono dilungato sui particolari: “Soprattutto la mattina, sa? Che poi verso sera la noto che si fa un po’ più secca, solo un pochino però, lei mi capisce, vero? Però si tratta sicuramente di una tosse grassa, anche con espettorazioni“. Ero fiero e raggiante. Né ha intaccato la mia felicità il fatto che il farmacista mi abbia rifilato lo stesso sciroppo dell’anno scorso: “Un cucchiaio, massimo due, ogni otto ore“, mi ha spiegato, senza sembrar condividere il mio entusiasmo. Ho sospettato che la domanda che per anni mi ha angosciato, questo perentorio “Secca o grassa?“, che sembrava essere la chiave per capire e di conseguenza lenire i miei dolori, fosse in realtà solo uno stanco rituale in cui il farmacista stesso era il primo a non credere. Mi ha fatto un po’ pena.
Io adesso sto bevendo il mio sciroppo ogni otto ore, tra qualche giorno la tosse mi abbandonerà, ma io mi sento tanto più ricco, più completo. Non si finisce mai di crescere, non si finisce mai di imparare.